martedì 28 maggio 2013

You know my name, Seattle

Seattle (Wa, USA) - Olympic Peninsula © Giovanni Ligresti
Ci sono posti nel mondo che ci mettono un attimo a diventare la tua pelle. Lo sono sempre stati. Da quasi vent'anni per me è così con la città di Seattle.

di Luca Ferrari

Ci sono posti che ti hanno atteso per anni e tu hai ricambiato con sguardi. Senza tregua. Rimanendo lì, tra sciabole e percezioni supreme. Anche quando il mondo vedeva nella sabbia solo avamposti di tonalità giallo-ambrate, tu recepivi il mare solcato da navi di cristallo le cui onde erano bottiglie invisibili con i messaggi della propria anima. E da allora sei sempre rimasto indietro.

Seattle (Wa, USA) - Olympic Peninsula © Giovanni Ligresti
E da allora ogni risacca è sempre stata l’inizio di una condizione che hai sempre sentito chiamare strana, e tu l’hai sentita etichettare come se a nessuno importasse o forse era il contrario. Il segno della matita sulla schiena è stata la commozione cui mi sono affidato per anni. Non basta una lanterna a fare dell’oscurità un punto di partenza del proprio viaggio di riconquista.

È ancora presto per sentirmi appagato della mia futura decisione di ripartire, ma è indubbio che ci sto facendo i conti per ogni giorno che ne resto lontano. Aver volato per un tempo infinito senza un tetto ti rende proprio così. Tu allora continua ad alimentare i miei desideri...

Seattle (Wa, USA) - Olympic Peninsula © Giovanni Ligresti
Seattle (Wa, USA) - Olympic Peninsula © Giovanni Ligresti

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